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Curiositá

Mezza bici, mezza moto: la Ducati dimenticata dal nome e dal prezzo improbabile

La Casa di Borgo Panigale ha realizzato mezzi di ogni genere. Non crederete al nome scelto per questo modello di due ruote, decisamente, atipico.

L’Italia del dopoguerra ha bisogno di un nuovo inizio e una delle necessità più urgenti è la mobilità su due ruote. La ricostruzione della fabbrica di Borgo Panigale dopo il bombardamento dell’ottobre 1944 rappresenta un’opportunità che Ducati sfrutta per rilanciare le proprie attività affiancando la SIATA di Torino.

Ducati – Renaultnews.it

La struttura elettrotecnica viene in parte convertita per operare in un nuovo settore e nel 1946 viene sviluppato il primo motore ausiliario per biciclette. Il Cucciolo non solo riesce a trasformare qualsiasi bicicletta, conferendole potenza e agilità, ma ha anche la capacità di trasformare Ducati come azienda motociclistica. Ripercorriamo le tappe principali di una storia tutta italiana.

Il progetto Cucciolo di Ducati

Basato sul progetto di Aldo Leoni e derivato da un’idea di Aldo Farinelli, giornalista tecnico con la passione per il motociclismo, il Cucciolo consiste in un motore che viene venduto come kit applicabile a qualsiasi tipo di bicicletta. Il primissimo modello della Società Italiana Applicazioni Tecniche Auto-Aviatorie ha quindi le caratteristiche di motore monocilindrico 4-tempi con testa, cilindro (con particolarissima alettatura “a spirale”) e parte superiore del basamento in unica fusione in terra di lega-leggera, alesaggio di 39 e corsa di 40 mm per una cilindrata di 47,78 cc, 2 valvole azionate da bilancieri con angolo di 30° comandati da aste in trazione, condotti di aspirazione e scarico entrambi posteriori, accensione con volano/magnete SIATA ad anticipo fisso, carburatore Feroldi da 8 mm, lubrificazione a sbattimento (con 0,3 litri di olio e relativo tappo di immissione posto anteriormente), cambio a 2 marce, avviamento a spinta per una potenza di circa 0,8 cv ed un peso di quasi 7 kg circa.

Compatto e poco costoso, il motore a quattro tempi con cambio a due marce, garantisce una velocità di 50km/h e percorre 100 km con un litro di carburante. L’elevato numero di richieste arrivate alla SIATA costrinse l’azienda a trovare a un’azienda per produrre il Tipo 1 su licenza il Cucciolo, dato che non riusciva più a sopperire la forte richiesta del micromotore, venne scelta la Ducati che allora produceva ancora soprattutto apparecchiature radiofoniche e antenne radio e aveva ricevuto la richiesta dall’IRI di cominciare una produzione di ciclomotori. Altro che successi in MotoGP. In alto il video YouTube di 2 e 4 wheels.

Nel marzo 1946 uscirono, così, i primi dieci motori Cucciolo Tipo 1 costruiti su concessione SIATA e, ufficialmente, presentato nel settembre dello stesso anno alla Fiera Campionaria di Milano dalla Ducati. I successivi modelli T2 e T3 hanno scritto pagine del motociclismo. Il Cucciolo uscì di produzione nel 1958 dopo ben 13 anni di produzione e oltre 100.000 esemplari prodotti.

Davide Russo

Laureato in Giurisprudenza, appassionato delle leggi dei motori. Davide ha iniziato a collaborare con diversi web magazine italiani, spaziando dal Motorsport all’Automotive, con un occhio alle innovazioni e l’altro alle curiosità storiche. Ha un pensiero che è diventato uno stile di vita: “I believe that everyone has a calling, motorsport is my true passion!”.

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