La Giulietta Berlina ha rappresentato un successo epocale per il brand del Biscione. Solo i più fortunati all’epoca potevano permettersela, sentendosi in un film.
Vi sono delle date che hanno segnato l’epoca d’oro dell’automotive italiano. Al Salone di Torino del 1955, Alfa Romeo ha svelato al pubblico un’auto destinata a fare la storia. Era il 22 aprile quando caddero i veli sulla Giulietta Berlina, un modello che diede un nuovo impulso alla produzione del Biscione. Terminato il secondo conflitto bellico mondiale il Belpaese aveva bisogno di ricominciare a viaggiare a ritmi sostenuti. Il brand Alfa Romeo era all’avanguardia ma non alla portata di tutti.
Roberto Giolito, Head of Heritage Stellantis, ha spiegato che la Giulietta ha elevato il “DNA sportivo del Biscione nella vita quotidiana degli italiani”. Con una guida tecnica di assoluto spessore, in grado di unire il lavoro dei progettisti e industrializzare il prodotto, si diede inizio a un nuovo corso. Dopo Ugo Gobbato, venne scelto l’ingegnere austriaco Rudolf Hruska che aveva già seguito l’industrializzazione della “Maggiolino”, al fianco di Ferdinand Porsche.
Venne avviato un piano industriale nel 1951, con la denominazione del progetto in “Tipo 750”, che faceva pensare a una vettura utilitaria. Arrivò sul mercato, invece, la berlinetta che ha rappresentato il punto di svolta tra il lusso e la democratizzazione dell’ingegneria Alfa Romeo. Sotto al cofano c’era un motore bialbero da 1.290 cc in alluminio, in grado di sprigionare 53 CV e toccare i 140 km/h: dati stupefacenti per l’epoca. La Giulietta berlina era un’auto comoda e facile da guidare, grazie alla trazione posteriore, sospensioni indipendenti, cambio al volante e freno a mano sotto plancia. Novità che segnarono un rivoluzione tecnica per le berline di serie.
Dall’artigianalità si passò a una produzione serrata, fino a 200 esemplari al giorno. Tra il 1954 e il 1965 furono realizzate quasi 178.000 Giulietta in tutte le varianti: dalla berlina alla Spider firmata Pininfarina, dalla Sprint Veloce alla sportivissima SZ di Zagato, fino alla rara station wagon Promiscua. Date una occhiata al video del canale YouTube Classic italian cars.
Furono due le versioni speciali, in versione familiare, entrambe create da carrozzerie esterne su commissione della dirigenza Alfa Romeo e presentate nel 1958: la “Weekendina” della Boneschi e la “Promiscua” della Colli, quest’ultima prodotta in 90 unità (71 nel 1959 e 19 nel 1960).
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