Al di là della piccola biposto MX-5 nel listino della Mazda manca un modello in grado di far vivere emozioni forti ai puristi. Quel vuoto sta per essere colmato.
La Mazda è diventata celebre grazie ai suoi potenti e affidabili motori rotativi. Il Wankel fece il successo della RX-7. Prodotta, inizialmente, solo sul mercato locale la sportiva coupé è stata successivamente esportata in Europa e negli Stati Uniti. Sono state fatte tre serie: la prima, svelata nel 1978, solo un anno dopo la cessazione della produzione della prima vettura di serie equipaggiata da tale motore, la NSU Ro 80, la seconda, prodotta dal 1985 al 1991, e l’ultima proposta sul mercato fino al 2002. E’ stata sostituita dalla Mazda RX-8, lasciando un vuoto nella gamma.
La terza e ultima serie (modello FD3S) fu quella del botto sul mercato. Venne proposta nell’ottobre del 1992 con un ulteriore raffinamento della linea per adeguarla ai mutati canoni estetici dell’epoca. Venne esportata al di fuori dei confini giapponesi fino al 1996, e mantenuta in produzione per gli ultimi anni solo per il mercato interno. Il punto di forza? Il motore montato su questa versione era il Wankel rotativo 13B REW che, con rapporto di compressione pari a 9:1 e sovralimentazione mediante due turbocompressori sequenziali e intercooler aria-aria, erogava nella versione europea 239 CV a 6500 giri/min (255 CV in quella giapponese), mentre nelle versioni Type R e Type RS, in vendita per il mercato interno dal 1999 al 2002, sprigionava 280 CV, in base ai numeri dichiarati dalla casa.
La vettura era un portento. Il sistema di turbine sequenziali era avanzatissimo per un’auto dal prezzo medio. Creato in collaborazione con Hitachi, era caratterizzato da un gruppo turbocompressori in blocco unico, specificatamente progettato, consistente di due turbine di ugual dimensioni Hitachi HT12. Il sistema impiegato sulla Mazda era geniale ma complesso con due turbocompressori erano azionati dai gas di scarico e soffiati nel collettore di aspirazione prima singolarmente e poi in coppia, in parallelo.
Tutto il sistema era gestito tramite attuatori pneumatici, valvole a solenoide, valvole by-pass e valvole di sfogo e gestito tutto dalla centralina elettronica del motore. I freni erano a dischi ventilati da 294 mm con pinze flottanti a 4 pistoncini all’anteriore e a dischi ventilati da 294 mm con pinza fissa a singolo pistoncino al posteriore. Scattava da 0 a 100 km/h in 5,5 secondi e 250 km/h di velocità massima, tutto questo grazie anche al peso piuma di circa 1280 kg. La nuova serie, in alto nel video del canale YouTube Carz Magz, riprende in chiave moderna alcuni concetti della terza gen della RX-7.
Il preparatore Mansory ha travestito una magnifica Lamborghini Revuelto in una Batmobile. Il modello presenta…
Lo scorso anno la FIAT ha svelato le linee della nuova Grande Panda. Scopriamo nel…
Il mercato digitale offre soluzioni per non incappare in multe per eccesso di velocità. In…
Il colosso americano un tempo era sinonimo di affidabilità massima. Oggi ha scelto una strada…
Di Vespe ne sono state prodotte tantissime, ma c’è una versione che si acquistava a…
Tutte le Ferrari sono auto da collezione. Le versioni speciali aggiungono quel quid prestazionale che…