E’ paradossale per i progressisti green, ma non vi è una correlazione tra i dati sulle emissioni inquinanti e le tassazioni sulle auto più inquinanti.
Chi inquina non paga, almeno in Italia per ora è così, è quanto ha rilevato Transport & Environment (T&E) che ha analizzato il sistema fiscale applicato all’auto in 31 Paesi europei, spiegando che il sistema italiano di tassazione dell’auto è completamente sganciato dalle emissioni di CO2. L’Italia non punisce chi inquina e non premia i virtuosi a quanto pare, al pari di altri paesi come Bulgaria e Slovacchia. Solo la Francia sta promuovendo politiche efficaci per incentivare l’acquisto di auto aziendali elettriche. L’Italia, invece, mostra un divario fiscale medio, tra auto elettriche e convenzionali, e per la transizione si può fare molto di più.
Sino ad oggi il divario fiscale è stato piccolo tra le auto endotermiche ed elettriche, invitando davvero poco anche le aziende ad una reale transizione come la detraibilità dell’IVA e la deducibilità del costo del veicolo, sono ancora sostanzialmente ‘minime’. Nel 2024, i grandi SUV a benzina e diesel (segmenti da D a G) hanno rappresentato il 10,3% delle immatricolazioni di nuove auto aziendali endotermiche, quasi il doppio della quota del mercato privato (5,5%), mentre la quota dei SUV più pesanti (segmenti da E a G) è stata quattro volte superiore a quella del segmento privato (2,5% contro 0,8%).
In Italia, non si disincentiva, SUV aziendali endotermici come in altri paesi per le ragioni suddette. T&E lancia dunque un appello al Governo italiano sottolineando l’urgenza di riformare la fiscalità dell’auto penalizzando i motori endotermici a favore di quelle elettriche, così come è stato fatto in passato nei Paesi Nordici, dove il mercato dell’elettrico vola.
In particolare rimodulare la ‘tassa di immatricolazione’ in base alle emissioni di CO2 e al costo del veicolo, per garantire una fiscalità più sostenibile ed equa; riformulare la tassazione delle auto aziendali, penalizzando quelle più inquinanti. L’innovazione deve camminare di pari passo alle agevolazioni fiscali affinché anche alle nostre latitudini può entrare in uso una vera conversione che valorizzi i virtuosi e colpire tutti coloro che guidano auto inquinanti. La transizione va guidata su un piano normativo, ma anche indotta premiando tutti coloro che rispettano l’ambiente e investono nei trasporti in energie alternative.
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